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Benefit aziendali: guida completa con esempi

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6 minuti di lettura
Benefit aziendali: guida completa con esempi

Sai cosa sono i benefit aziendali? Vuoi scoprire come possono aiutarti a trattenere e fidelizzare i talenti in azienda?

I benefit aziendali integrano la retribuzione base dei dipendenti e si dividono in diverse tipologie: da benefit classici come i buoni pasto, lo smartphone aziendale o l’auto aziendale, a veri e propri pacchetti flessibili e personalizzabili, che permettono di venire meglio incontro alle esigenze dei lavoratori.  

Le aziende utilizzano i benefit aziendali per vari motivi. Da un lato migliorano complessivamente il benessere dei dipendenti, dall’altro risultano una componente strategica per le aziende che desiderano attrarre e fidelizzare i migliori talenti.

In questa guida completa ai benefit aziendali troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno per introdurli o migliorare il pacchetto di benefit messi a disposizione nella tua azienda.

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Che cosa sono i benefit aziendali 

I benefit aziendali sono beni o servizi non monetari che il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori. 

Questi risultano molto apprezzati dai lavoratori perché non solo integrano la retribuzione di base, ma spesso hanno lo scopo di migliorare complessivamente l’esperienza del dipendente in azienda.

Risultano sicuramente uno strumento che dimostra la cura e l’attenzione che l’azienda ha verso i propri dipendenti: migliorano il benessere del lavoratore e lo aiutano a trovare un migliore equilibrio tra lavoro e vita e privata.

Infine, ma non per ordine di importanza e come stabilito nell’ultima legge di bilancio 2024, i benefit sul lavoro risultano, entro certi limiti, esenti ai fini fiscali. 

Questo è un altro motivo per cui i benefici sono apprezzati dai lavoratori, i quali possono così ricevere una vasta gamma di incentivi senza dover pagare imposte.

Tipologie, esempi di benefit e differenze 

I benefit aziendali possono essere suddivisi in due grandi macro categorie: i fringe benefit e i flexible benefit.

Per quanto riguarda i primi, i fringe benefit, si tratta di beni o servizi che l’azienda può decidere di introdurre e che possono essere erogati a tutti o solo ad alcuni dipendenti. 

In questo primo caso, spesso vengono associati al raggiungimento di un determinato risultato aziendale.

Tra i principali esempi di fringe benefit più utilizzati troviamo:

  • Buoni pasto: permettono al dipendente di ammortizzare le spese per il pranzo generalmente consumato durante l’orario di lavoro.
  • L’auto aziendale: un mezzo utile per il dipendente per ottemperare alle esigenze lavorative e in alcuni casi personali.
  • Lo smartphone aziendale: un dispositivo che il lavoratore utilizza per soli scopi lavorativi.
  • Buono carburante: un contributo che l’azienda mette a disposizione per tipologie di lavoratori impegnati in trasferta (rappresentanti, venditori).
  • Polizze assicurative: permettono al dipendente una maggiore tutela, ad esempio assicurandoli dal rischio di infortuni.
  • Abbonamenti a palestre o centri benessere: per incentivare il benessere fisico e la salute personale.
  • Corsi di formazione: generalmente scelti dall’azienda, aiutano a coprire eventuali gap di competenze e agevolano lo sviluppo professionale del dipendente.
  • Bonus per la famiglia: l’azienda può, in alcuni casi, mettere a disposizione del lavoratore l’accesso agevolato o gratuito a servizi come asili nido, babysitting o assistenza anziani.

Una seconda macrocategoria di benefit sul lavoro è rappresentata dai flexible benefit (benefit flessibili). In questo caso, il datore o l’azienda crea un pacchetto personalizzabile di beni e servizi tra i quali il lavoratore può scegliere sulla base delle proprie preferenze.

A differenza dei classici fringe benefit, non si tratta di singoli benefit erogati discrezionalmente, ma di un budget complessivo che il dipendente può spendere.

Ecco alcuni esempi di flexible benefit:

  • Buoni acquisto: utilizzabili in negozi convenzionati per l’acquisto di prodotti o servizi vari.
  • Corsi di formazione: per sviluppare competenze professionali o personali.
  • Abbonamenti a servizi: trasporti pubblici, palestre, piattaforme di streaming, ecc.
  • Contributi per spese personali: assistenza dentistica, visite mediche specialistiche, attività sportive.

Spetta a te decidere quali benefit mettere a disposizione dei lavoratori, considerando le loro preferenze e le tue possibilità di spesa. 

Quali sono i benefit aziendali preferiti dai dipendenti 

Come intuibile, i flexible benefit sono generalmente preferiti dai dipendenti perché danno la possibilità di scegliere i benefit che rispondono meglio alle proprie esigenze

Secondo un sondaggio condotto da Glassdoor, i benefit sul lavoro piacciono ai lavoratori tanto che quasi quattro dipendenti su cinque (79%) li preferirebbero a un aumento dello stipendio. 

È anche interessante notare come i lavoratori diano grande importanza ai benefici che sono relativamente a basso costo per le aziende, quali ad esempio:

  • Orari flessibili
  • Più giorni di ferie
  • Possibilità di lavoro da casa

Oltre a questi numerosi altri sondaggi confermano come siano molto apprezzate tipologie di benefit aziendali quali: 

  • Assicurazione sanitaria e dentistica
  • Servizi di supporto agli studi dei figli
  • Abbonamenti in palestra/piscina
  • Buoni pasto

In linea generale, risulta difficile stabilire a priori delle preferenze, poiché ogni lavoratore ha esigenze diverse. 

Ad esempio, giovani genitori/lavoratori potrebbero preferire benefit per l’assistenza ai bambini, (bonus per baby sitter o asili nido); lavoratori più giovani potrebbero apprezzare maggiormente benefit legati ai viaggi, al cibo o alle esperienze; lavoratori senior con figli ormai grandi potrebbero invece desiderare benefit in ambito sanitario o in senso ampio collegati alla salute e al benessere. 

Perché sono importanti i benefit aziendali 

I benefit aziendali garantiscono numerosi vantaggi sia alle aziende che ai lavoratori. Introdurli infatti può avere impatti positivi in diversi ambiti.

In particolare:

  • Processi di recruiting più efficaci: le fasi di recruiting del personale sono più semplici ed efficaci quando il selezionatore può attrarre il talento mettendo a disposizione benefit aziendali. Questi possono fare la differenza spingendo il lavoratore a scegliere un’azienda invece che un’altra.
  • Maggiore motivazione e produttività: numerosi studi sostengono come un programma di benefit aziendali stimoli la motivazione e abbia impatti positivi sulla produttività. I lavoratori infatti si sentiranno parte di un’azienda attenta alle proprie esigenze e tenderanno a impegnarsi di più, nonché a non guardarsi intorno alla ricerca di migliori opportunità lavorative.
  • Riduzione del turnover e dell’assenteismo: dipendenti soddisfatti e fidelizzati sono meno propensi a cercare alternative lavorative altrove, con un conseguente risparmio per l’azienda sui costi di assunzione e formazione. Inoltre, la presenza di benefit aziendali aiuta anche a contrastare il fenomeno dell’assenteismo.
  • Miglioramento della reputazione aziendale: un’azienda che offre benefit si posiziona meglio sul mercato, aumentando la sua reputazione e attrattività. Un lavoratore potrebbe inviare la propria candidatura proprio perché spinto dalla presenza di tali incentivi. 
  • Miglioramento del clima aziendale: la cura del benessere dei dipendenti e la flessibilità dei benefit creano un ambiente di lavoro più positivo e collaborativo, favorendo la comunicazione e la creatività.

In definitiva, i benefit aziendali sono sicuramente uno strumento da introdurre in azienda. Non è un caso che grandi aziende come Google e Apple, giusto per citarne due, assicurino benefit assolutamente competitivi che le aiutano a essere realtà ambite da migliaia di lavoratori. 

Come vengono tassati i benefit sul lavoro

Per quanto riguarda la tassazione, disciplinata dall’articolo 51 del TUIR, avvalersi dei benefit aziendali garantisce vantaggi fiscali sia ai lavoratori che alle aziende. 

La regola generale da seguire è che i benefici sono soggetti a tassazione solo quando superano certe soglie. Come anticipato, la legge di bilancio 2024 ha introdotto diverse novità. In particolare, ci stiamo riferendo all’aumento delle soglie di esenzione:

  • 2.000 euro per lavoratori dipendenti con figli a carico.
  • 1.000 euro per lavoratori dipendenti senza figli a carico.

Tra i benefit che possono rientrare nelle soglie ci sono praticamente tutti, compresi i rimborsi per le utenze gas, luce e acqua. 

I benefici pertanto sono considerati entro certe soglie come esenti fiscalmente, questo perché non essendo benefici monetari non concorrono a formare reddito imponibile. L’aumento delle soglie dimostra come anche lo Stato sia favorevole all’utilizzo dello strumento al fine di garantire ai lavoratori una migliore esperienza professionale e un miglior work life balance. 

Dal lato dell’azienda, anche qui ci sono dei vantaggi. Possiamo in linea generale considerare i benefit aziendali come deducibili dal reddito d’impresa, con conseguente riduzione degli importi da versare per quanto concerne l’IRES e l’IRAP. 

Tuttavia, in accordo con il commercialista, bisogna verificare beneficio per beneficio poiché esistono dei limiti di deducibilità per alcune tipologie di benefit.

Inoltre, bisogna notare che l’azienda che adotta misure di welfare aziendale risparmia sui costi del personale, poiché nei fatti i premi di produzione vengono convertiti in incentivi non monetari, il che si traduce non solo nella totale deducibilità, ma anche nel non pagamento delle relative quote INPS, INAIL e TFR. 

Per una migliore gestione dei benefit, il nostro consiglio è di gestire il tutto tramite un’unica piattaforma di welfare aziendale connessa ad un software HR. 

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